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lunedì 12 novembre 2012

PA.E.SI. - In una settimana la cultura albanese ha conquistato Lucera e Casalvecchio

PA.E.SI. - In una settimana la cultura albanese ha conquistato Lucera e Casalvecchio

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di Costantino Montuori
Si è chiusa così come si era aperta, con un successo di adesioni, curiosità crescente da ambo i versanti della sponda adriatica, un interesse diffuso per la conoscenza e la scoperta di ciò che è patrimonio comune tra centri culturali solo in apparenza distanti oppure diversi. La ‘Settimana Albanese’ che, dal 5 al 10 novembre scorsi, è seguita a quella romena, bulgara, africana ha trovato degna conclusione nella giornata-evento di sabato 10 novembre presso l’auditorium dell’edificio scolastico ‘Bozzini-Fasani’. Variegato e composito il parterre, arricchito non solo dalla presenza delle Autorità locali, ma anche da quella di giovanissimi studenti, genitori, docenti, educatori e formatori.
“Abbiamo ottenuto l’attenzione delle Istituzioni e la partecipazione della gente comune. Il nostro progetto di integrazione tra varie culture ed etnie proseguirà sino a giugno, grazie alla collaborazione con le Amministrazioni di Casalvecchio di Puglia, che oggi si è praticamente gemellata con l’omologa albanese di Elbasan. C’erano, rispettivamente, il Primo Cittadino casalvecchiese, Mauro Piccirilli ed il Vice Sindaco, Dritan Cepa. Non è mancato e non verrà meno il rapporto con le strutture scolastiche di Capitanata: tra queste l’Istituto Comprensivo ‘Bozzini-Fasani’ e la Scuola Primaria ‘Giuseppe Lombardo Radice’ di Lucera. Chi ha finanziato l’iniziativa progettuale (l’Assessorato al Welfare della Regione Puglia in primis) ne sarà compiaciuto. Il nostro impegno sul campo, aldilà del riconoscimento di fondi pubblici o meno, vuol dimostrare che gli immigrati sono menti al servizio del territorio e non solo braccia da prestare ai lavori manuali. Il poeta albanese Gezim Hajadari ne è un esempio, avendo lavorato come muratore e operaio agricolo, si è laureato, una seconda volta all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, in Lettere Moderne. Prima ancora non ha disdegnato l’impegno politico dando vita, nella città natale, ad una sezione del Partito Repubblicano. Lo si conosce, soprattutto ma non solo, in veste di traduttore dall’albanese all’italiano e viceversa. Oggi è docente universitario e presidente del Centro Studi Internazionale Eugenio Montale!”. Così Benvenuto Moumbe, presidente del sodalizio Integrimi Onlus, ha presentato all’uditorio il docente universitario, scrittore e saggista venuto alla luce nella terra delle aquile. Ora è uomo di lettere al lavoro nel Belpaese. Ve ne dettaglieremo in un altro spazio a lui dedicato.
A seguire l’intervento non meno coinvolto del dottor Fabio Valerio, Assessore ai Servizi Sociali presso il Comune di Lucera, che ha recato il saluto dell’Amministrazione Civica. “In un’ottica di rispetto e di interazione ci si è dati la possibilità di conoscere e di capire culture, tradizioni e folklore delle nazioni a noi prossime. Lo dobbiamo all’associazione Integrimi ed al suo presidente, Bienvenu Moumbe, al quale va il merito per l’intuizione e per aver nel richiamato a Lucera, dopo qualche anno, un autore di caratura internazionale qual è Hajdari. Celebriamo un momento di cambiamento irreversibile, nel senso migliore, che investe le future generazioni e i ‘nuovi Italiani’. Sono loro che, in numero sempre crescente, vivono nel nostro corpo sociale, rendendoci orgogliosi per un processo partecipativo e popolare. Un messaggio che ci cambia dall’interno, come cambiò i nostri antenati, al tempo della migrazione di massa verso l’America” il pensiero di Valerio.
Il professor Mario Tibelli, dirigente scolastico dell’I.C. ‘Bozzini-Fasani’, ha ravvivato, con toni da ‘crociata’, il dibattito apertosi sull’istruzione di base. “Nella scuola italiana e nel mondo  occorre l’impegno di tutti e non l’eroismo di pochi. Non picconiamo la Scuola, non intacchiamo la Famiglia. L’universo scolastico è l’ambiente dove circolano le idee, si deve amarlo, perché da qui prenda avvio un percorso virtuoso che contagi l’agire quotidiano. Anche da noi, negli anni Sessanta, l’emigrazione ha conosciuto un ‘boom’, svuotando la nostra cittadina, questo non si deve dimenticarlo”.
Della ‘Rete Uomo Mondo for unity’, il programma sovranazionale approdato in Puglia nel 2003, la coordinatrice professoressa Maria Altamura, ha dato una lettura di sintesi. “È nostro intendimento diffondere la cultura degli altri perché possa diventare strumento di pacificazione tra le genti. Dagli anni Novanta, nel panorama della scuola di Stato, sono nati i viaggi culturali ed interculturali smuovendo le coscienze dei più. Oggigiorno ci si pone in ascolto degli allievi, sottoponendo loro percorsi umanitari, convegni di studio e meeting di fine anno che vedono premiate le iniziative più produttive e pregnanti. Proficuo è, finora, il rapporto intessuto con Province, Regioni e Ministero. Questo è il senso ed il significato della rete interscolastica”.
Alessandra Oro, studentessa del Liceo ‘Guglielmo Marconi’ di Foggia, è intervenuta nella discussione per esprimere il suo sentire sulla progettualità di networking nella scuola e tra le scuole. “La valenza del progetto si estrinseca nel riconoscimento del valore della relazionalità e nell’abbattimento delle barriere del pregiudizio. L’ideale della fraternità può e deve sconfiggerlo”.
“Ci siamo aperti all’esperienza progettuale, non soltanto attraverso le sedi scolastiche pubbliche, ma anche con le agenzie educative private. Ci sembra sia il caso della Scuola gestita dalle Suore” è stato riferito, con una certa emozione, da una docente-accompagnatrice albanese, Naida Pepeklaj e dal marito il professor Aryan Pepeklaj, accolti da uno scroscio di applausi.
La serata è passata agli archivi con la firma del protocollo di adesione al patto ‘Rete Uomo Mondo for unity’ e con uno scambio di pubblicazioni, a mo’ di dono, tra i presenti, in un clima collaborativo e di diffusa cordialità, trasfuso anche nella degustazione di prodotti tipici locali. Anche dall’arte cucinaria passano prototipi di attenzione e di aggregazione. Sentimenti, infusi nei balli e nelle danze etniche, riproposte da sei volontarie dell’associazione ‘Ethos’ di Raffaella Spirito, con cui il sipario sulla kermesse è calato, sì ma solo in metafora. Di Integrimi Onlus, del GAL Meridaunia rappresentato dal dottor Marco Sbarra, e delle loro progettualità-pilota nel comparto sociale sentiremo parlare ancora e presto. Statene certi.
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